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Ciao sono Ivan Donatiello autore di questo blog e di 3 libri sui mercati finanziari con il quarto in lavorazione. Aiuto le persone ad migliorare le proprie conoscenze sui mercati finanziari e finanza personale. In questo post ti voglio parlare di cosa sono i Bias Cognitivi e del perché ogni investitore li deve conoscere.
Quando l’economia globale procede a gonfie vele ei mercati azionari continuano a salire, gli investitori sono contenti e non si pongono particolari problemi. Ma è quando le cose vanno male che sorgono i primi problemi di natura psicologica, che possono arrivare ad azzerare completamente i profitti accumulati in mesi o anni.
Questi “difetti di fabbrica” che madre natura ha installato nella mente degli investitori, spesso e volentieri prendono il nome di bias cognitivi. Ho una laurea in psicologia, per cui ci tengo molto alla trattazione di questi argomenti che ho trattato anche nella mia tesi di laurea in Finanza Comportamentale. Poi stare certo che metterò il mio massimo impegno nella trattazione di questi argomenti.
Nel caso in cui ancora non lo sapessi, ti voglio dire che puoi mi puoi seguire anche su eToro (me ed il mio portafoglio) e che puoi leggere i miei libri per conoscermi meglio e per sapere come la penso riguardo determinati temi (clicca qui per leggere le mie pubblicazioni) .
Nella mente degli investitori ci possono essere diversi pregiudizi che possono influenzare le scelte d’investimento, per questo argomento esiste una vera e propria materia che si chiama Finanza Comportamentale su cui ho incentrato il mio lavoro per la tesi di laurea. Questo tipo di pregiudizi diventano molto più forti ed evidenti soprattutto nei periodi in cui il mercato crolla, causando nella maggior parte dei casi delle perdite per gli investitori.
Questi pregiudizi prendono il nome di Bias Cognitivi. Quello che sto per dire potrebbe sembrare esagerato e a volte controproducente, ma quando si tratta di prendere delle decisioni di investimento, generalmente essere quanto più impassibili possibile nella maggior parte dei casi risulta essere una buona strategia.
Tuttavia, quello che succede nella mente dell’investitore medio, sia nei casi in cui l’andamento del proprio investimento va male, ma anche nel caso in cui vada bene, l’investitore tutto fa tranne che rimanere impassibile. In questo modo gli investimenti che vanno male vengono chiusi in perdita, mentre quelli che pare vadano bene vengono chiusi velocemente in profitto (perdendosi la maggior parte dell’utile che sarebbe poi arrivato mantenendo le proprie posizioni).
Anche per questo guadagnare dai mercati finanziari, è uno dei mestieri più difficili da portare a termine. Quasi sempre gli investitori, e soprattutto quelli retail ovvero i piccoli risparmiatori, si trovano ad essere coinvolti nella narrativa a breve termine che viene proposta ogni giorno con energia dalle fonti di comunicazione main stream.
O ancora peggio, spesso le idee possono essere confuse ed influenzate dall’amico o dal conoscente di turno che ha la sua opinione persona sui mercati finanziari, mentre lo stesso non ha mai guadagnato un centesimo da questo tipo di attività.
Un poche parole Bias Cognitivi, ovvero tutta una serie di pregiudizi a cui tutti gli investitori, grandi e piccoli devono prestare attenzione.
Ora cerchiamo di capire nello specifico che cosa sono e quali sono i Bias Cognitivi, perché una maggiore conoscenza della propria mente lato investitore, di certo può portare ad un miglioramento delle proprie performance.

Iniziamo!
Bias di conferma
Uno dei pregiudizi più potente che fa parte dei bias cognitivi e con cui ogni essere umano deve combattere ogni giorno, è il Bias da Conferma. Questo è un Bias Cognitivo, che mette l’investitore nelle condizioni di andare a cercare delle informazioni favorevoli alla propria opinione o alla propria situazione personale, un comportamento che può essere intenzionale ma tante volte anche inconscio quindi fuori dalla sfera dell’autocontrollo.
Esempio, se l’invetitore possiede delle azioni Apple ( $AAPL)allora si potrebbe mettere su Google per cercare le parole chiave “perché le azioni Apple sono un buon investimento”. In questo modo, ed direi ovviamente si troveranno solo informazioni in linea con il proprio pensiero iniziale che di conseguenza sarà rafforzato.
Invece potrebbe essere molto più utile cercare le parole chiave “perché Apple non è un buon investimento”, in modo tale da prendere informazioni da più fonti e costruire una propria opinione quanto più oggettiva possibile. Questo però porterebbe la mente della persona a rivalutare la propria idea, cosa che generalmente non accade perché spesso risulta essere molto doloroso mettere in dubbio le proprie e stesse idee su cui si concentrato molto sforzo.
In sostanza la nostra mente ci induce a risparmiare energia, cercando e confermando le idee precedenti e già battute. Non credo che ci sia bisogno di sottolineare il fatto che tutto questo è controproducente.
In linea generale, anche se capisco che quello che sto per dire è veramente molto difficile da finalizzare, bisogna non essere emotivi e quanto più oggettivi possibile quando si prendono le proprie decisioni d’investimento. Le difficoltà diventano ancora maggiori quando, si entra in contesti di comunicazione collettiva come i gruppi sul web oppure i forum che discutono di un determinato investimento.
Avrai sicuramente notato che ultimamente non si fa altro che parlare delle azioni del colosso tecnologico quotato al NASDAQ ($NDX) Amazon ($AMZN). Nel mese in cui sto scrivendo questo articolo sul mio blog, avrò ricevuto almeno 10 telefonate dai call center truffa che mi propongono le azioni di Amazon come se avessi bisogno di loro per poter comprare delle azioni.
Ultimamente le chiamate vengono fatte addirittura con delle voci registrate, vabbè stendiamo un velo pietoso. Ma resta il fatto che non tutti gli investitori sono informati come lo posso essere io o altro colleghi del mestiere, mentre parlare di un colosso gigantesco che le persone conoscono e di conseguenza di cui hanno fiducia, ma senza tenere presente tutte informazioni che risultano essere necessarie per avere una visione d’insieme…può causare grossi danni al portafoglio del malcapitato.
Queste “tecniche di vendita” si servono dello stesso principio per cui le masse, tendono a tenere in considerazione i consigli d’acquisto dei cosiddetti influencer. Persone famose e molto conosciute, che magari non conoscono nemmeno da lontano l’argomento e non ne sono di certo degli esperti! Ma le masse gli danno fiducia perché sono famosi e di conseguenza gli influencer oggi hanno questo direi “regalato” senso di esistere.
Bias Informativo
Il bias da conferma non è di certo l’unico nella lista dei Bias Cognitivi, infatti nella stessa categoria possiamo trovare il Bias Informativo. Si tratta di una narrazione sul breve termine che viene letteralmente consegnata alla masse, spinta sempre dai potenti mezzi di comunicazione in possesso dai media.
Oggi con l’avvento del mondo di Internet Mobile, con i diversi dispositivi connessi alla rete che portiamo sempre al seguito, questo tipo di consegna è all’ordine del minuto. Ed avere informazioni minuto per minuto spesso anche in contrasto con la realtà, non può fare altro che aumentare le probabilità di una distorsione delle informazioni.
In circostanze così tanto favorevoli per i fornitori d’informazioni, che riescono a farci apparire notizie in modo immediato per mezzo di notifiche sul nostro smartphone ovunque noi siamo, il dado è tratto la comunicazione può arrivare in modo diretto nelle mani delle masse che consumano le informazioni, potendo manipolare i pensieri che poi si traducono in scelte d’investimento.
Ma in realtà, queste notizie avranno vita breve, in quando qualche giorno o settimana dopo l’attenzione sarà spostata brutalmente su altre notizie con l’unico scopo di fare odicene e senza alcun tipo di vantaggio per il povero investitore.
Invece il comportamento che sarebbe molto più utile per gli investitori, sarebbe quello di focalizzarsi e conservare tutte quelle informazioni chiave che sono relative agli asset in cui investono, mentre si monitora in modo regolare le variazioni che possono avere veramente un impatto significativo sul lungo termine. Non servirebbe altro che questo!
Non è mai utile farsi condizionare dalle notizie sul breve termine, che non possono avere la forza di impattare sul trend di lungo termine dei propri investimenti. Inoltre prendere informazioni da multiple fonti, ma che trasmettono sempre e comunque lo stesso messaggio non risulta essere quasi mai vantaggioso per l’investitore.
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Bias di ancoraggio
Un dei bias cognitivi più potenti è di certo il bias di ancoraggio. Questo tipo di pregiudizio può essere uno dei più pertinenti dell’intero elenco di bias presenti in questo articolo. Un esempio che è calzante con i tempi attuali (scrivo questo post nel 2023) è quello del comportamento che hanno avuto gli investitori di tutto il mondo negli anni passati.
Negli anni che sono stati successivi all’ultima grande crisi del 2007-2008, i mercati finanziari ed in modo particolare quelli azionari hanno visto crescere le loro quotazioni a tripla cifra. E stiamo parlando di una percentuale che supera il 520%! (vedi l’immagine con il grafico sotto).

Vista questa crescita costante con orizzonte temporale che ha superato 10 anni, dove nemmeno la pandemia da COVID-19 è riuscita a rallentare questa crescita, gli investitori hanno seguito un atteggiamento che i cugini americani chiamano Buy The Dip. Il Buy the dip consiste nel continuare ad acquistare, e spesso aumentare le quote di acquisto soprattutto quando il mercato scende, perché in questo modo si può comprare “a sconto”.
In questo momento stiamo vivendo un anno molto particolare dove anche le banche stanno fallendo (vedi il caso Silicon Valley, First Republic e Credit Suisse), dopo un 2022 che è stato dominato dall’inflazione e dalle tensioni geoponiche importanti per la guerra in Ucraina.
In anni come questi soprattutto i cosiddetti titoli di crescita (titoli Growth), tendono a scendere in un trend orso, in quanto le loro valutazioni riflettono quello che gli investitori si aspettano per la crescita futura e non le condizioni di utili e ricavi attuali.
Detto questo, molto probabilmente molte delle migliori aziende al mondo continueranno a crescere sia come utili e ricavi che come prezzo di quotazione del prezzo in borsa. Molte ma non tutte, infatti altrettante delle aziende che hanno fatto sognare gli investitori con le loro quotazione megagalattiche negli ultimi anni, non si riprenderanno mai più e molte di loro non vedranno mai più i loro massimi storici.
Altrettante falliranno completamente, portando le quotazioni del titolo a zero. Ma il bias di ancoraggio non permetterà a gran parte degli investitori di uscire da questo processo psicologico.
Ogni volta che abbiamo a che fare con un broker, un fondo o una qualsiasi entità che opera o che vende prodotti finanziari possiamo sempre leggere la dicitura “la performance passata non è un indicatore del successo futuro”. Questo è un disclaimer legale che gli esperti ei professionisti sono costretti a mettere sul proprio sito, perché conoscono bene la vera natura dei mercati finanziari.
Vera natura, che viene però dimenticata dagli investitori retail quando cadono nelle trappole dei bias cognitivi. Pertanto, è nostro compito come investitori prendere decisioni informate e calcolate che massimizzino la probabilità di un esito positivo, rendimenti fuori misura. O almeno questo è ciò che speriamo di fare…
Bias di disponibilità
Il bias di disponibilità è un altro “pregiudizio” che fa parte dei bias cognitivi molto discusso nella finanza comportamentale. Questo bias fa si che la disponibilità nella memoria degli investitori, o candidati tali, di eventi più recenti e quindi più vividamente impressi nella memoria più recente, possano distorcere la percezione riguardo le probabilità che un evento si verifichi o meno nella realtà.
Uno degli esempi classici che si può riscontrare in modo piuttosto semplice nella vita di tutti i giorni, è quello della persona molto ostile nei confronti del mondo degli investimenti, perché ha un conoscente che ha subito una grossa perdita sui mercati finanziari. L’informazione più semplice e disponibile è proprio quella del conoscente, per cui il mal capitato difficilmente inizierà mai ad investire.
Molto probabilmente non si farà mai una cultura riguardo l’argomento, per cui non sarà mai in grado di capire il motivo per cui questo suo conoscente ha accusato una grossa perdita. Ma semplicemente non farà azione, e senza azioni non si possono ottenere risultati.
Un altro esempio che si può incontrare con molta facilità e che viene anche aiutato dalla comunicazione mainstream, è quello della notizia al telegiornale della borsa che crolla giù a picco. Ma nessuno parla del fatto che l’indice americano $S&P500, ha registrato il +840% dal 1993 ad oggi, nonostante alla crisi del 2001, nonostante alla crisi del 2008, nonostante al COVID-19 e nonostante alla discesa dei mercati che stiamo vivendo in questi mesi.

Nessuno ne parla perché non fa notizia, e le notizie hanno bisogna di creare forti emozioni per avere più audience. Ora trovatemi un esempio di un immobile su cui avete investito, e che in appena 30 anni ha portato il vostro capitale a +840% sull’investimento inziale…
Bisogna informarsi bene per capire dove mettere i propri soldi.
Avversione alle perdite
Il pregiudizio dell’avversione alle perdite un altro dei bias cognitivi, che si manifesta quando un investitore sente maggiore peso psicologico nel sopportare le perdite di un investimento, rispetto ai potenziali guadagni che lo stesso potrebbe portare. Per esempio una discesa del mercato che fa scendere il proprio account di 1000€ non risulta essere sopportabile, anche a fronte di potenziali profitti di 3000€.
In altre parole e facendo un esempio specifico per l’ambito investimenti, il bias dell’avversione alle perdite si concretizza nel fatto che gli investitori preferiranno vendere gli strumenti finanziari per cui hanno una posizione in guadagno, molto velocemente per realizzare un profitto. Mentre spereranno fino all’ultimo minuto che gli strumenti finanziari su cui hanno una posizione in perdita, possano recuperare invece di chiudere semplicemente la posizione in perdita.
Conclusioni
La psicologia del trading e degli investimenti, quella vera che può essere riscontrata anche nel settore scientifico seguendo i dettami della finanza comportamentale che studiano i bias cognitivi, risulta essere ancora più importante delle tecniche e delle tattiche di trading ed investimento. Ma stranamente gli investitori non ci danno molto peso, dandone appunto alle tecniche di trading quando sarebbe opportuno tutto il contrario.
I bias cognitivi sui mercati finanziari possono fare veramente la differenza sia per l’investitore che per il trader, infatti entrambi i tipi di operatore possono trarre benefici in termini di performance del proprio portafoglio studiando e tenendo in considerazione questi importanti aspetti.
Una volta progettata e testata una strategia o un portafoglio d’investimento si procede con i backtest e con tutto ciò che riguarda lo studio della statistica e dei dati macroeconomici. Una volta messo su un piano lo stesso ha bisogno di essere rispettato per portare a termine l’obiettivo, mentre se si cade nei bias cognitivi è molto più probabile perdere.
Leggi il disclaimer in fondo ad ogni pagina di questo sito, per avere le idee più chiare riguardo i rischi che comportano i mercati finanziari.
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Buon lavoro,
– Ivan
P.S. Ho impiegato diverse ore a scrivere questo articolo al fine di condividere informazioni realmente rilevanti per te. Se hai apprezzato il mio sforzo ti chiedo il favore di condividerlo con i tuoi amici e parenti. E non ti dimenticare di di iscriverti alla lettera del lunedì, in modo tale da avere gratis il mio corso di trading ed investimenti. Grazie!
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