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Iniziamo!
Come fare trading sulle azioni con il trend
In questo post voglio parlare di come faccio trading sulle azioni. Prima di tutto voglio precisare il fatto che utilizzo prevalentemente azioni del mercato americano, oppure se scelgo un azione che non è quotata a Wall Street, allora la seleziono sia sulla base della solidità dell’azienda che sul grafico ha già manifestato un trend evidente.
Ovviamente non vado di certo alla ricerca di titoli che hanno fondamentali deboli, questo potrebbe sembrare scontato ai più esperti, ma lo devo dire per il semplice fatto che non so che grado di formazione ed esperienza ha il lettore dall’altra parte dello schermo. Quindi non sempre questo è scontato.
Inoltre il mio metodo di trading in azioni è un metodo che punta a tenere in portafoglio le azioni per un periodo di medio/lungo termine. E anche questo aspetto è fondamentale, perché non risulta essere adatto a chi ha fretta di chiudere le posizioni in un breve periodo di tempo.
Quindi in questo post sul blog non sto parlando di una tecnica di trading sulle azioni intraday, tantomeno di una strategia che punta a chiudere l’operazione di trading nel giro di pochi giorni. Detto e compreso questo possiamo andare avanti.
Quando approccio il mercato in quest’ottica, non mi piace andare subito incontro a dei periodi di drawdown sul titolo selezionato, per questo motivo aspetto con pazienza il momento migliore per entrare in posizione.
Quando si fa trading sulle azioni in questo modo, quasi mai risulta essere vantaggioso essere esposti su un singolo titolo, ma come sempre nel trading, la diversificazione risulta essere il miglior modo per ridurre eventuali rischi ed aumentare le performance di portafoglio.
Detto in altre parole, più semplici, non punto tutti i denari a disposizione su un singolo cavallo da corsa. Anzi vado alla ricerca di diversi cavalli da corsa, che devono avere l’incarico di trainare i rendimenti del mio portafoglio.
Per questo motivo una volta creato un portafoglio azionario, lo stesso non rimane fisso nel tempo ma viene sottoposto a variazioni con logiche rotazionali di portafoglio.
Comunque parlare di portafogli rotazionali è prematuro per lo stato di maturazione di questo blog, che ho intenzione di far crescere in modo graduale nel tempo sia per quanto riguarda la quantità che la difficoltà affrontata nei contenuti.
Il concetto di trend
Questo post sul blog ha come obiettivo quello di intercettare il comportamento dei mercati azionari quando il trend “si spezza”, andando a formare un forte pullback che potrebbe mettere in crisi anche i nervi del miglior operatore di borsa.
Devi sapere che questo accade statisticamente almeno due volte l’anno, per chi focalizza la propria operatività sul trading sulle azioni in ottica di portafoglio, queste brusche discese del mercato azionario, che però mantiene un Mood Long, possono essere un toccasana per il gestore.
Infatti si possono comprare titoli a buon prezzo, che con buone probabilità potranno continuare la loro corsa al rialzo, ed aumentare così le performance del proprio portafoglio a fine anno. Proprio perché si è comprato il prodotto ad un prezzo più basso.
Potrei dividere il lavoro di selezione preventiva in 2 fasi:
- Vaglio le azioni utilizzando un metodo di screening che analizza i fondamentali dell’azienda (questo è importantissimo, soprattutto nel caso in cui si vogliano tenere le azioni in portafoglio per un periodo di tempo più lungo del previsto).
- Analizzo i titoli per mezzo di screening che utilizzano l’analisi quantitativa dei dati di mercato.
Quanto descritto nei due punti della lista non può bastare, infatti chi è più esperto nel trading sa benissimo che per fare trading in modo profittevole (soprattutto nel lungo periodo di tempo), c’è bisogno di un vantaggio competitivo.
Il mercato è fatto di persone, ogni persona ha il suo bagaglio di conoscenze e competenze. Ma al “gioco” del trading sulle azioni vince solo chi ha un vantaggio competitivo.
Allora qual è il mio vantaggio?
Il bias dei mercati azionari
Un bias è un comportamento ricorrente, che si ripete con un probabilità abbastanza elevata. Per questo i bias vengono studiati con applicazione sui mercati finanziari, ovvero per cercare di mettersi dalla parte giusta del mercato avendo le probabilità (almeno sulla carta) a favore per fare trading sulle azioni.
Quando si vuole fare trading sulle azioni è importante conoscere i bias.
Il fatto è che i mercati azionari americani nel lungo termine hanno mostrato un bias rialzista, ovvero sembra proprio che i mercati azionari siano fatti per salire. A questo bias di partenza, aggiungo i criteri di selezione di cui ho parlato prima.
Ovviamente so che, e chiunque fa trading sulle azioni lo deve sapere, che non ho nessuna garanzia sul fatto che i titoli che vado a comprare saliranno, oppure che le mie perdite saranno ridotte. E nessuno sulla faccia del pianeta sa con certezza, se dopo l’apertura della posizioni i mercati saliranno immediatamente o ci metteranno un tempo più o meno importante.
Parlo della poca prevedibilità dei mercati finanziari che è un argomento abbastanza scontato per i più esperti, ma essendo questo post dato in pasto ai social e Google non è detto che tutti i lettori abbiano lo stesso livello di formazione ed esperienza. Quindi va bene anche parlare in chiaro di concetti importanti anche se di base.
Dato che i mercati non sono prevedibili al 100%, allora lo studio del rischio prima di entrare in posizione è fondamentale. E quando si parla di rischio non ci si riferisce solo allo stop loss (se non sai cos’è uno stop loss dovresti leggere questo post), ma anche al position sizing e a come tutto nel complesso dovrebbe essere applicato alla propria strategia per cercare un vantaggio.
Quello di cui stiamo parlando prende il nome di Risk Menegement, ora però non ti devi far spaventare da questi paroloni perché piano piano ti spiegherò tutto. Uno studente del trading online prima di andare a mercato dovrebbe prima di tutto studiare le basi, su questo blog trovi diversi articoli riguardo gli argomenti di base.
Poi dovrebbe studiare il rischio in modo serio, altrimenti non conviene in nessun caso fare
con soldi reali perché senza essere in possesso degli attrezzi del mestiere il rischi di fare danni elevati sono veramente molto elevati.
Quindi non tecniche, tattiche e strategie di trading. Quelle devono venire per forza di cose dopo, perché se non si è in grado di gestire il rischio allora fare trading sarà completamente inutile se non dannoso.
Detto questo sappiamo che cavalcare il trend è un buon modo per fare trading, questo è valido in particolar modo per gli strumenti finanziari che rispondono bene a logiche Trend Following.
E la maggior parte dei titoli azionari (non tutti), rispondono bene alle logiche di trend following.
I trend che si spezzano
Ma di tanto in tanto il trend si spezza letteralmente, portando i prezzi del titolo molto in basso, rispetto ai prezzi che erano battuti qualche settimana prima. Questo può accadere anche con una volatilità molto aggressiva e veloce.
Inoltre può succedere anche in overnight, e quando succede sono dolori. Ma riguardo all’ overnight non bisogna dimenticare che anche i rendimenti migliori si ottengono a mercati chiusi, insomma il prezzo dei singoli titoli azionari sembra muoversi di più a mercati chiusi che aperti.
In questo caso quando parlo di mercati chiusi mi riferisco ai mercati americani, che sono chiusi durante la sessione asiatica più la sessione europea.
A questo punto diventa fondamentale comprendere il perché delle discese prepotenti. L’azienda che era stata selezionata per dei fondamentali ottimi, e che manifesta da tempo un trend marcato:
- Non è più buona?
- È diventata da un giorno all’altro un polmone?
Per “polmone” intendo un’azienda scarsa e che non mi potrà dare rendimenti desiderabili, ho rubato il termine dal film Wall Street del 1987 di Oliver Stone. Lo ripete in continuazione Gordon Gekko in una scena che mi è rimasta impressa:
Questa scena del film è bellissima e come tante altre scene lancia diversi messaggi istruttivi, messaggi che dovrebbero essere percepiti ed appresi da ogni trader o aspirante tale. Fatta questa breve ma importante considerazione sul film, andiamo avanti con l’argomento cuore del post.
E Gordo Gekko nel fiml faceva proprio trading sulle azioni,
Reazioni di cause ed effetti
L’esperienza mi ha insegnato a studiare a fondo le cause, prima di prendere scelte avventate e frettolose.
Come prima cosa è molto utile andare a studiare le ultime notizie che riguardano l’azienda del titolo di interesse che deve essere messo sotto la lente d’ingrandimento (anzi sotto il microscopio), se non si trova niente che veramente può giustificare un calo violento dei prezzi, allora con buone probabilità ci troviamo di fronte ad una discesa dettata dall’emotività del mercato.
In realtà sui mercati finanziari succede molto più spesso che i prezzi correggano velocemente per delle cause legate prevalentemente all’emotività, che a crolli veri e propri che deviano da cause macro o comunque ben più importanti dell’emotività.
La volatilità
Questa cosa cosa non deve spaventare perché crea volatilità, e la volatilità è la benzina di cui si nutre l’attività di trading. Senza volatilità non possiamo fare soldi sui mercati, questo potrebbe sembrare un concetto controintuitivo per il neofita ed infatti lo è.
Ma con il tempo anche chi inizia oggi mi ringrazierà di queste nozioni, per adesso ti puoi limitare a scrivere su un pezzo di carta la seguente frase:
SENZA VOLATILITÀ NIENTE RENDIMENTI
Si lo so che il concetto di volatilità è spesso associato al rischio, ma lascia che ti dica una cosa: è vero la volatilità è rischiosa. In fin dei conti il trading sulle azioni si basa proprio su questo, ed è nel rischio che trova la sua sede naturale.
Quindi di cosa ci si dovrebbe sorprendere ?
Di nulla, al trader per lavorare serve volatilità. Accompagnata da un’ottima gestione del rischio altrimenti il conto è bello che bruciato in poco tempo, ma la volatilità serve per fare le nostre belle operazioni di trading. No vola no party.
L’immagine di seguito è un esempio pratico di quanto detto. Il titolo Amazon era in un bel trend rialzista, diretto verso il prezzo di 3600$. Quando ad un certo punto il titolo subisce perdite per il 18,21%, una bella volatilità. Nell’immagine si può notare il movimento al ribasso di settembre 2020:

Grafico realizzato con la piattaforma di trading ProRealTime.
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Trading sulle Azioni: Il trend si spezza
Ma cosa è successo, quello che era un titolo in stile “cavallo da corsa” da un giorno all’altro era diventato un vero e proprio polmone, un cavallo zoppo?
L’azienda ha smesso di essere una buona azienda, che produce utili in modo costante ed abbondante?
Con il senno di poi sappiamo benissimo che non è così, Amazon è tuttora un ottima azienda e con buone probabilità lo continuerà ad essere per molto tempo.
Questo è quello che si può chiamare trend spezzato, o comunque presunto tale. Questo tipo di dinamiche di mercato si ripetono con una certa sistematicità, di conseguenza risulta essere fondamentale avere un piano prima ancora di fare l’operazione di trading, e soprattutto rispettarlo.
Se domani fai la tua operazione di trading sulle azioni e si verifica un trend spezzato, hai già pianificato la tua strategia di uscita?
Posso dirti per esperienza personale e diretta che se il tuo conto sopravvive abbastanza a lungo da mantenere posizioni overnight, per un tempo relativamente ampio, prima o poi si verificherà un gap down che spezzerà letteralmente (o almeno momentaneamente ed apparentemente) il trend.
Questo evento può essere veramente molto doloroso, soprattutto a prima esperienza.
Quando questo accade bisogna avere un piano, ma soprattutto non farsi sopraffare dalle emozioni e seguirlo. Io in prima persona le primissime volte che si è verificato durante il mio trading un trend spezzato, ho accusato delle perdite.
Mi sono fatto prendere dall’emotività che caratterizza gran parte dei trader discrezionali e ho incassato il colpo.
Sia chiaro, non sono qui a scrivere questo articolo per dire quanto sono bravo io e quanto sei incompetente tu. Non mi interessano le gare a “chi c’è l’ha più lungo”, voglio solo condividere la mia esperienza, e quanto scritto qui può sempre essere migliorato per i futuri lettori con dei commenti qui sotto.
Accetto volentieri consigli per migliorare nei commenti, meglio però se firmati con nomi e cognomi reali.
Tornando al cuore del post, come ho risolto il problema?
Trading algoritmico sulle azioni
Ho strutturato un piano d’uscita che si serve dell’analisi quantitativa dei dati. Quindi oggi non reagisco di pancia dopo che un trend spezzato si verifica, ma so esattamente quello che devo fare prima ancora che l’evento accada.
Ho aperto la mia piattaforma di trading sulle azioni ed ho iniziato a fare ricerca quantitativa. Le domande che mi sono posto erano le seguenti. Se arriva un forte calo dei prezzi è:
- Meglio vendere il giorno stesso o la settimana stessa?
- Meglio rimanere in posizione per qualche giorno o settimana?
- Meglio servirsi degli indicatori per un’eventuale uscita?
- Meglio rimanere in posizione?
Non si tratta di pensare troppo, ma di avere un piano ben preciso e stabilito prima ancora di aprire qualsiasi posizione di trading. Quindi mi sono posto queste domande e mi sono messo a cercare.
Nel gergo dei trader quantitativi questa parte del lavoro si chiama data mining, ovvero andiamo alla ricerca di dati da estrapolare dai mercati utilizzando le serie storiche e facendole lavorare dagli algoritmi creati apposta a questo scopo.
Quindi sono andato alla ricerca della cosa migliore da fare nel momento in cui il trend si spezza in modo prepotente.
Da delle ricerche che ho fatto in questi anni di analisi sui mercati, per quanto riguarda i mercati azionari, in special modo per quelli americani, so che durante i trend in crescita i forti storni di mercato rappresentano nella maggior parte dei casi degli ottimi punti di ingresso per aumentare le proprie performance.
Indicatore RSI2
La maggior parte dei trader che utilizzano indicatori ed oscillatori tecnici conosceranno con ottime probabilità l’indicatore RSI (Relative Strength Index), parlerò di questo ottimo oscillatore nei prossimi contenti qui sul blog, lo farò sviscerando in modo capillare l’argomento ei suoi diversi metodi di utilizzo, dal trend following, al mean reverting alla funzione come filtro per i trading system per il trading sulle azioni.
Molti conoscono l’RSI, ma molte meno persone conosceranno l’applicazione che Larry Connors ha dato a questo indicatore, applicando un periodo di 2 e rendendolo molto nervoso ma a quanto pare anche più efficiente, almeno per quanto riguarda questo tipo di ricerca.
Ho utilizzato l’indicatore RSI con il periodo di Connors, quindi RSI2 per iniziare e portare a termine la mia ricerca sui trend spezzati.
Quindi cosa è meglio fare quando il mercato subisce una forte calo, mentre era in un mercato toro?
Per rispondere a questa domanda possono essere molto utili i grafici con barre weekly, come si può vedere nell’immagine di seguito, dove per fare un esempio ho utilizzato uno dei miei titoli preferiti Apple Inc.
Per prima cosa è importante stabilire, in modo quantitativo, quando uno strumento finanziario si trova in un trend al rialzo o al ribasso.
Per portare a termine questo compito si può utilizzare una SMA200 (Simple Moving Average a 200 periodi), uno strumento che può essere utilizzato come filtro.
In modo particolare quando il prezzi battono sopra la media mobile di lungo periodo possiamo definire il trend toro, mentre quando i prezzi battono sotto la media come orso.

Definire il rintracciamento
Il secondo passo è quello di definire, sempre in modo quantitativo, quando il mercato ha avuto un forte ritracciamento su base settimanale.
Per fare questo ho utilizzato l’indicatore RSI2, andando a cercare le condizioni di mercato che nel passato hanno portato l’indicatore in una zona di forte ipervenduto, definendo questa zona per i valori dell’oscillatore inferiori a 30, 20 e 10.
A questo punto ho portato avanti la ricerca con i relativi backtest, l’obiettivo è quello di estrapolare dalle serie storiche delle informazioni importanti riguardo il comportamento del mercato.
In altre parole voglio rispondere alle seguente domanda:
Quando un mercato toro presenta un forte pullback, quali sono le azioni migliori da intraprendere per il proprio portafoglio di titoli?
Dunque sono iniziati i backtest. Ho creato un semplice trading system per indagare i mercati, ma per poterlo fare avevo bisogno anche di un punto di uscita oltre che di quello di entrata.
Sempre sulla base delle mie conoscenze che derivano dalle ricerche precedenti, ho utilizzato anche in questo caso un valore medio.
Partendo dall’ipotesi che probabilmente il calo repentino dei prezzi di un titolo, sia dovuto più ad una inefficienza momentanea del mercato che ad un prossimo fallimento dell’azienda per il quale il titolo è quotato in borsa, allora ho cercato di sfruttare questa inefficienza andando a cercare il rientro verso un valore medio dei prezzi.
Per poterlo fare, così come ho fatto per la ricerca della zona di iper-venduto per l’indicatore RSI2, sono andato alla ricerca di una nuvola di valori per il valore centrale identificato per mezzo di una SMA.
Ho utilizzato la SMA come target mobile di uscita dalla posizione e nella ricerca sono andato studiare la nuvola di valori che va da 5,10,15,20.
Ogni volta che si approccia il mercato da un punto di vista quantitativo è sempre consigliato andare alla ricerca di una nuvola di valori, piuttosto che un singolo valore.
Infatti una ricerca, o più semplicemente un trading system, potrebbe dare dei risultati positivi per questioni che riguardano l’overfitting e nel peggiori dei casi per questioni legate puramente ad eventi casuali.
Definizione del trading system
Per questo motivo ho approcciato questo tipo di ricerca stabilendo le seguenti condizioni.
Condizioni per Entry Long:
- Il titolo fa parte del paniere delle azioni comprese nella lista di S&P500 (i titoli presenti in questo paniere, risultano essere sufficientemente liquide e capitalizzate).
- Il trend è positivo, ovvero il prezzo di chiusura della settimana precedente (bara precedente) è superiore alla SMA200
- L’indicatore RSI2 si trova rispettivamente sotto le zone di iper-comprato 30,20,10.
Exit:
- Prezzo di chiusura superiore alle SMA (5,10,20)
Come è possibile vedere nelle condizioni, non sono andato alla ricerca di valori singoli ma di un insieme di valori. Vediamo graficamente come è possibile individuare questo setup sul grafico settimanale per il trading sulle azioni:

Quando si prendono i grafici a colpo d’occhio o a “sentimento” per quanto riguarda la mia esperienza, è più facile prendere lucciole per lanterne che una vera inefficienza di mercato.
Quindi vediamo i backtest che dati forniscono per questa ricerca, infatti dato che l’impatto ottico, grafico o visivo (chiamiamolo come vogliamo) può tradire la percezione dell’occhio umano, diventa molto utile prendere in considerazione i dati dei backtest per poterli studiare:
- Capitale di partenza per eseguire il test: 10000$
- Serie storica analizzata dal 01.01.1990 a 08.02.2021 (oltre 30 anni di storico)
- Nozionale fisso di 1000 azioni a trade

L’ottimizzatore ho portato come valori migliori, con il quale è stato poi eseguito il backtest finale, 20 per la SMA target e 20 per RSI come inizio della zona di iper-venduto.
Ovviamente questo non è un sistema da utilizzare per fare operazioni a mercato, ma deve essere inteso come uno strumento utile per la ricerca delle caratteristiche del titolo che si vuole studiare per la propria attività.
Per ogni altro eventuale dubbio leggere il DISCLAIMER in fondo ad ogni pagina di questo sito.
Il risultato della ricerca mi porta a pensare che dopo un pullback molto importante del mercato, così importante che lo sono andato a cercare sulle barre settimanali, se l’azienda mantiene la sua struttura di solidità nel tempo (ovvero non è in procinto di fallire né di cambiamenti strutturali importanti) mi posso aspettare un rientro al valore medio, ed in questo modo sfruttare l’inefficienza momentanea che mi presenta il mercato.
Spero che questo post sul blog possa essere utile per lo studio o per le implementazioni di ulteriori ricerche. Se in qualche modo tutto questo può essere migliorato, discusso o approfondito sono aperto al confronto. C’è il modulo per le risposte in fondo ad ogni post.
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Buon lavoro,
– Ivan
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