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Da Trader ad Investitore di lungo termine

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Sono Ivan Donatiello e faccio trading sui mercati finanziari da oltre 10 anni, in questo post ti voglio parlare del perché ho passato la maggior parte dei miei volumi di scambio da trader investitore di lungo termine.

Chi mi segue da tempo sa benissimo che ho dedicato buona parte della mia vita da trader, al trading algoritmico e alla ricerca quantitativa dei dati sui mercati finanziari. Quindi non mi stupirei se la maggior parte dei lettori, in seguito ad un post come il presente si ponesse una domanda come la seguente:

Perché un trader sistematico si mette a parlare di investing e vuole diventare un investitore?

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Iniziamo!

Investitore o Trader

In realtà le due cose non sono poi così distanti e separate, anzi detto questo mi viene di fare a me una domanda, tra l’altro molto pertinente, che rientra sempre nella categoria dei mercati finanziari:

Quanto capitale dei tuoi risparmi credi che sia giusto allocare nell’attività speculativa di trading online e quanta ne vuoi usare come investitore di lungo termine?

Come prima cosa sono costretto a dire che questo post sul blog non è un consiglio finanziario, non rappresenta in alcun modo una consulenza finanziaria, io non sono attualmente un consulente finanziario e non posso conoscere la tua attitudine al rischio. Prendi questo post per quello che è, materiale didattico e formativo che può aumentare drasticamente le tue conoscenze ed educazione dal punto di vista finanziario. Continuiamo…

Beh, credo che a voler proprio esagerare già e solo il 20% del proprio patrimonio liquido sarebbe già una percentuale molto elevata per essere assegnata a quella che è una delle attività finanziariamente più rischiose al mondo.

Essere un investitore e tutta un’altra cosa, sia in termini di rischio sul lungo periodo di tempo che di passività del business. Per quanto un business passivo al 100% non può esistere, essere un investitore piuttosto che un trader è sicuramente molto più passivo.

Di trader veramente profittevoli ce ne sono veramente pochi, non vi dovete abituare ai disclaimer dei diversi broker quando vi segnalano che più del 75% dei trader al dettaglio, i cosiddetti trader retail, perde denaro sui mercati finanziari. Non è un dettaglio, ma una dichiarazione del fatto che si sta lavorando in un cotesto statisticamente sfavorevole.

Con questo non voglio dire che io non sia stato profittevole in questi anni, anzi tutt’altro, ma qui stiamo parlando di analisi della sostenibilità di un business. Perché per chi non lo avesse ancora capito, il trading così come gli investimenti di più lungo termine, per essere soddisfacenti devono essere trattati ed affrontati come un vero e proprio business.

Guarda le statistiche

La statistiche parlano chiaro, con il trading ci sono il 75% delle possibilità di perdere denaro su base trimestrale. Su base annuale si va oltre il 90% e se allunghiamo il periodo di anali le cose si mettono ancora peggio. Fine.

Per quanto studiata, elaborata, testata e collaudata possa essere la tua strategia, non devi mai commettere l’errore di pensare che tu come singolo individuo e trader retail non rientri in queste statistiche. Perché commetteresti un grande errore, la verità che ci rientri e come, così come ci rientro io e ci rientriamo tutti.

Quindi credi che sia ragionevole allocare il 100% dei propri risparmi nell’attività di trading speculativo. La risposta credo che sia ovvia per tutti, ed è no. A meno ché non si voglia correre il rischio di diventare dei veri e propri giocatori d’azzardo, che dilapidano tutti i loro denari in modo veloce e doloroso.

A tal proposito voglio lanciare una freccia nel cuore dei così detti guru del settore, mentre lo faccio vorrei escludermi autonomamente da questa categoria. Se mi conosci lo hai già fatto in automatico.

Di tutti i paladini del trading che seguite sui social, avete mai visto o avuto un track record della durata di almeno 5 anni?

Beh, molto probabilmente quasi nessuno ha da mostrare uno storico delle operazioni così lungo. E quindi ti dovresti chiedere il perché di tutto questo, dato che ti vogliono vendere corsi da oltre 1000€!

I trader perdono ma non lo dicono

La verità e che la maggioranza dei trader è perdente su base pluriennale, o quanto meno non è in grado di battere il benchmark dell’S&P500, che può essere assimilato allo $SPY. Si, molto probabilmente è perdente anche quel guru trader che segui da tempo, che in centinaia di persone seguono a cui hai dato i tuoi 1500€ per un corso che non ti servirà mai a niente.

Non mi credi? Allora prova a chiedergli un track record certificato di almeno 5 anni. Non video dove dice di fare o non fare delle operazioni, ma un track record certificato. Ti dico già che è molto improbabile il fatto di averlo, perché nella maggioranza dei casi non ce l’hanno.

Compresi, presi ed accettati tutti questi rischi, credi ancora che sia una scelta ragionevole utilizzare tutti i propri risparmi per l’attività di trading speculativo?

Non credo proprio motivo per cui mi leggi oggi con questo post. Non si tratta solo di alte possibilità di perdere, ma anche di lavorare molte ore della propria vita ottenendo però un CAGR inferiore a quello dell’indice S&P500.

Quindi tanto lavoro e stress per ottenere un risultato inferiore a quello che sarebbe stato un investimento completamente passivo?

Conoscere il CAGR

Anche quest’ultima possibilità non mi sembra così tanto ragionevole. Se prendiamo per esempio un periodo di tempo che va dal 2002 al 2022, ovvero 20 anni di storico dell’indice, possiamo vedere come l’indice S&P500 abbia realizzato un CAGR del 9.71% medio annuo.

Fonte: CAGR of the Stock Market: Annualized Returns of the S&P 500 (moneychimp.com)

Ci sono stati anni in cui l’indice a performato alla grande, ma anche dei periodi di forte crisi, come quello del 2008 dove tutti gli esperti del settore chiamavano l’allarme per la possibile caduta di Wall Street in seguito al clamoroso fallimento della Lehman Brothers, ed un altrettanto periodo molto aggressivo come quello che abbiamo vissuto tutti con la pandemia COVID-19 che ha fatto crollare i mercati.

Considerando i peridi di crisi ha affrontato il mercato azionario, il 9,71% di CAGR non pare affatto male.

Conosci trader che ti possono dimostrare di avere uno storico di 10 anni con gli stessi rendimenti medi?

Se li conosci presentameli, o citameli qui sotto in commento perché sono veramente curioso di verificare in prima persona la veridicità delle loro affermazioni.

Per l’amor di Dio, sicuramente ci possono essere delle eccezioni, ma ti assicuro che chi è in grado di battere il mercato nel 99% dei casi non ha nessun bisogno di venderti un corso di formazione. Sarà sia il mercato, sia le persone e le istituzioni che gli vogliono affidare i loro soldi a pagarlo a peso d’oro per avere la possibilità di farlo (o sarebbe meglio dire a peso di Bitcoin, visto il periodo molto Crypto che stiamo vivendo).

Stai gestendo bene i tuoi denari?

Io ho scelto di allocare il 90% del mio capitale in attività di investimento, allora a quel punto mi sono chiesto se investire interamente nel mercato azionario comprando, scusatemi la parola “bovinamente” indici affidandomi agli emittenti degli ETF, sarebbe stata la cosa migliore che avrei potuto fare.

A quel punto il mio background da trader quantitativo ha preso il sopravvento, e mi ha permesso di iniziare e portare a termine delle ricerche sul Quant Investing. Ho applicato i metodi del trading algoritmico, agli investimenti di lungo termine.

Ed ho scoperto con piacere che non ho inventato niente di nuovo, data l’esistenza di letteratura sull’argomento. A dire il vero anche in Italia si possono trovare informazioni di alta qualità a riguardo.

La primissima cosa che ho scoperto, è che il pubblico degli investitori retail non ha facile accesso a questo tipo di fondi d’investimento. E credo che sia anche normale, visto che la maggior parte dei gestori si affida ancora ai portafogli classici e di vecchia generazione, giusto per fare un esempio ai Lazy Portfolio.

Ma anche la maggior parte dei gestori, proprio come la maggior parte dei trader, non riesce a battere il mercato. Sarebbe molto più profittevole per loro comprare indici di mercato, lavorando sui prezzi di carico, piuttosto che perdere punti percentuali di rendimento che già un indice riesce a dare con un semplice investimento con degli ETF.

Attenzione alle crisi finanziarie

Allora e prima di tutto mi sono messo a studiare i diversi tipi di portafogli, in modo particolare i prima citati Lazy Portfolio. Perché quando si sta parlando di essere professionali sui mercati finanziari, non possiamo solo pensare ai rendimenti medi, ma anche alla sostenibilità degli investimenti stessi.

Da Trader ad Investitore di lungo termine 2023
Le crisi del 2000 del 2008

Se tu avessi iniziato ad investire nel 2000 o nel 2008, avresti potuto vedere scendere il tuo conto investimento di percentuali superiori al 50%.

Credi che avresti resistito, o pensi proprio che avresti iniziato a chiudere le posizioni in preda al panico?

Beh penso che la maggior parte delle persone avrebbe chiuso tutte posizioni sul mercato azionario in perdita ed in preda al panico, ed è per questo che non si tratta solo di rendimento medio annuo ma anche, e direi soprattutto di sostenibilità dell’investimento.

I Lazy Portfolios

Allora, è arrivato il momento di mettere a confronto un Lazy Portafoglio classico con un investimento fatto esclusivamente sull’S&P 500. I portafogli Lazy più famosi presentano delle peculiarità nella loro costruzione, che li rende molto simili, di seguito ne prenderò 3 per fare delle simulazioni i cui risultati saranno poi rapportati a quelli di un investimento statico sull’S&P500:

  • All Weather di Ray Dalio
  • Permanent Portfolio di Harry Browne
  • Golden Butterfly di Harry Browne

Di seguito la composizione tipica dei diversi portafoli.

AZIONIBOND
1-3
BOND
7-10
BOND
20-25
GOLDCOMMODITY
All Weather30%0%15%40%7,5%7,5%
Permanent Portfolio25%25%0%25%25%0%
Golden Butterfly40%20%0%20%20%0%
Allocazione per i diversi modelli di Lazy Portfolio

Come puoi vedere leggendo la tabella sopra, tutti i principali modelli sono un mix di pensi tra componente azionaria, obbligazionaria, oro e materie prime. Da precisare prima di partire con le simulazioni che il Golden Butterfly, presenta all’interno del suo peso del 40% su azionario un divisione così fatta: 20% zioni a grande capitalizzazione blend (mix tra value e growth) e 20% azioni a piccola capitalizzazione.

Simulazioni di portafoglio

Ok tutto capito partiamo con le simulazioni, mi servirò di un software apposito per portare avanti questo studio che in questo caso risultata essere piuttosto semplice. Per poter fare la simulazione che mette a confronto l’indice azionario S&P500, con i diversi modelli di Lazy, sono partito da un capitale di partenza per tutti di 10.000$.

Ed ho utilizzato degli ETF ed ETC per seguire gli andamenti medi di mercato. Di seguito un’immagine con i grafici ei dati per uno storico che parte da gennaio 2007 (il primo mese utile in cui è stato quotato l’ETC United States Oil (USO), che replica l’andamento della commodity del petrolio.

Come puoi benissimo vedere nessuno dei 3 portafogli batte in termini di performance l’indice S&P500, che presenta un CAGR del 8.66% (il CAGR è un numero che indica l’andamento medio annualizzato di uno strumento finanziario).

Al primo posto in classifica per rendimenti tra i Lazy Portofolio troviamo il Golden Butterfly, che ha un CAGR del 6.65% ma con un drawdown massimo del -18.37% che è ben lontano dal -50.80% che avrebbe avuto un investimento fatto su un ETF che replica l’indice.

A secondo posto in classifica per rendimenti troviamo il Permanent Portfolio, che ha un CAGR del 5.87% ma con un drawdawn massimo del -16.98%% che è anch’esso ben lontano dal -50.80% che avrebbe avuto un investimento fatto su un ETF che replica l’indice.

Ultimo posto sia per performance che per drawdown, rullo di tamburi, abbiamo l’All Weather di Ray Dalio. Con un CAGR del 5.75% ma un drawdawn del -20.71%.

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Sostenibilità

Ok nessuno di questi portafoglio ha battuto il benchmark, e fino a qui nessuna novità sotto il sole dato che è veramente difficile farlo. Ma bisogna però riconoscere il fatto che il DD% è stato veramente molto contenuto.

Ed è proprio qui che iniziamo a parlare di sostenibilità dell’investimento. E voglio iniziare facendo una semplice domanda:

Credi veramente di aver potuto resistere per 1 anno e 4 mesi nel 2007-2008 durante la crisi subprime, ad una caduta costate dei mercati di oltre il 50%. Ed avresti dovuto farlo mentre tutti scappavano dai mercati, mentre le notizie sui media annunciavano la fine del mondo per come lo conosciamo oggi ed avresti dovuto aspettare 4 anni e 5 mesi per poter rivedere un nuovo massimo…

Beh non conoscono la tua attitudine al rischio, e sicuramente questa non è e non può essere una consulenza finanziaria ne un consiglio d’investimento (quello che leggi è un mio post formativo dove ti parlo delle mie idee personali), ma credo proprio che il tutto sarebbe stato molto poco sostenibile.

Invece la struttura dei Lazy, ha portato ad una evidente maggiore sostenibilità. Qualcuno potrebbe obiettare dicendo che con questo tipo di portafoglio bilanciati si guadagna poco. Rispondo che è sempre meglio di perdere o di non investire affatto.

E comune possiamo lavorare molto per andare a modificare i valori delle metriche presentate, sempre però tenendo a mente che se si va a caccia di rendimenti bisogna per forza di cose aumentare il rischio.

Io in prima persona ho progettato un portafoglio per me stesso che utilizzo sul mio profilo pubblico su eToro, scusami l’accezione del termine “meno bovino” di un Lazy ma sicuramente molto più laborioso e rischioso.

Come prima cosa ho inserito degli asset molto aggressivi come le azioni del comparto tecnologico e criptovalute, che sono andato integrare all’interno di una gestione dinamica ed operativa che prevede anche altri asset, compreso il settore obbligazionario e le commodity.

Effettuo in modo attivo un’azione che gli addetti ai lavori chiamano ribilanciamento, in sostanza si tratta di un operazione che consiste nello spostare la liquidità da uno strumento finanziario all’altro alla ricerca di un maggiore equilibrio distribuito nel tempo.

E tutte le operazioni che devo effettuare per la gestione del mio portafoglio personale, vengono fatte solo in seguito a dei preciso segnali informatici che vengono rilevati in automatico da dei miei algoritmi.

Un portafoglio molto aggressivo (il mio)

Ma cerchiamo di capire con i numeri, o meglio con una simulazione cosa potrebbe accadere con una gestione di questo tipo ed inserendo in portafoglio degli asset di nuova generazione. Vediamo il numeri per una simulazione passata cosa dicono.

Il mio portafoglio dinamico e complesso nella simulazione batte in modo preponderante il benchmark dell’S&P 500. Ma non bisogna mai dimenticare che all’interno del portafoglio ho inserito anche una porzione di criptovalute, che sono esplose negli ultimi anni.

Questo significa che le stesse performance potrebbero non essere mai più replicate e rimanere vittima di quello che chiamiamo Survivors Bias. Ovvero corriamo il rischio di puntare su un risultato di una partita di calcio il lunedì, dopo che la partita è stata già giocata la domenica prima.

Le criptovalute potrebbero essere bannate da diversi stati, o ancora peggio potrebbe essere fatta un’azione congiunta da parte di numeri stati per renderle illegali. Oppure potrebbero essere regolamentate, poi se è vero che il Bitcoin ha una natura deflazionistica, vederlo su nuovi massimi.

Nel futuro tutto è possibile e niente è possibile, e nessuno è veramente in grado di prevedere il futuro. Ma comunque ti voglio parlare dei numeri passati della simulazione di questo mio portafoglio, che tra l’altro ho ora attivo per me stesso. CAGR 33.06% con DD% del -26.84%, bei risultati per una simulazione ora sono curioso di vedere che cosa riserverà il futuro per il mio account in cui ripongo molta fiducia.

Volutamente non parlo della composizione e del tipo di gestione del mio portafoglio d’investimento personale, primo perché non so chi sei come reagisci alla volatilità e questo portafoglio è drasticamente volatile.

Allo stesso tempo sarebbe impossibile per me parlartene, tra algoritmi operativi di ribilanciamento periodico, di attribuzione dinamica dei pesi in portafoglio e chi più ne ha più ne metta.

E non dimenticare mai che a prescindere dalla simulazioni, dalle ricerche, dall’attendibilità o meno della fonte dei dati, un portafoglio ad alto rischio rimane e rimarrà pur sempre un portafoglio rischioso. La dimestichezza con il rischio è fondamentale per maneggiare l’emotività legata alla forte volatilità.

In bocca al lupo al mio portafoglio, se sei curioso puoi seguire le dinamiche qui in tempo reale.

Spero di aver portato un pò di formazione di qualità ed un valore aggiunto con questo post.

Leggi il disclaimer in fondo ad ogni pagina di questo sito, per avere le idee più chiare riguardo i rischi che comportano i mercati finanziari.

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Buon lavoro,
– Ivan

P.S. Ho impiegato diverse ore a scrivere questo articolo al fine di condividere informazioni realmente rilevanti per te. Se hai apprezzato il mio sforzo ti chiedo il favore di condividerlo con i tuoi amici e parenti. E non ti dimenticare di di iscriverti alla lettera del lunedì, in modo tale da avere gratis il mio corso di trading ed investimenti. Grazie!

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